Metto le mani avanti: sarò breve, brevissimo.
Sono infatti convinto che dopo dieci minuti chi è chiamato ad ascoltare
un discorso, si distrae, … pensa ai casi suoi, … si addormenta.
E’ in voga il discorso lungo, in qualche occasione lunghissimo; io voglio
andare contro corrente. Che riesca a dare esempio?
Ed eccomi allora all’argomento chiave che ci ha chiamati qui. Per dare
ampia soddisfazione al buon amico Stefano Fracassi, premetto che la mia
raccolta di scritti “Bagnaioli” ha sconfitto il computer e con il
computer l’e.book paventato e combattuto da coloro che si dichiarano
amanti della carta stampata anche per antica gloriosa progenie. Questa
“vittoria” dei Fracassi la rileveranno tutti coloro che sfogliando
“Bagnaioli” leggeranno la Prefazione che per questo mio lavoro ha
generosamente desiderato scrivere Stefano.
Ha vinto ancora la stampa. “E’ … la stampa bellezza !” (questa è la
battuta finale di un film con Humphrey Bogart – L’Ultima Minaccia).
Quella stampa bagnaiola che allora, nei locali di Via XX Settembre, da un
antico “Cencio” venne tenuta a battesimo e allattata, poi da un vecchio
“Ettore” allevata e quindi da un aitante “Ugo” svezzata. Già adulta,
quella “stampa bagnaiola”, ha emigrato. Pensò di poter vivere, lei
cresciuta tra le colline e nell’acqua calda di una benefica polla,
attingendo ad un “latte” diverso, latte del “piano”, latte freddo.
Laggiù però si è trasformata, modernizzata; forse per opera del freddo
latte o per l’aria piatta del piano?
Non credo; la modernizzazione della mentalità manageriale può
sopraggiungere quando lo sguardo ha occasione di affacciarsi su spazi
nuovi, liberi, aperti, che solo il “piano” e le “vette” riescono a
donare, senza chiedere contropartita. Nel caso loro quella mentalità
manageriale si è trasformata assorbendo intelligentemente l’ossigeno che
la modernità offre gratuitamente a tutti e, in questo caso, a coloro che
nella stampa su carta hanno creduto e credono fermamente ancora.
Ecco: la modernità ha fatto trasformare, non nascere, da una Tipografia
l’iniziativa: PLUS ULTRA COMUNICAZIONE. La sua trasformazione ha preteso
di risalire in collina, non per richiudersi in orizzonti angusti, ma per
immergersi nuovamente in quell’acqua calda benefica nella quale da
sempre noi bagnaioli crediamo e che da secoli ridona vigore a membra
esauste. Per il battesimo della “trasformazione” il duo fondatore
Stefano e Luca hanno preteso un padrino. Hanno esclamato: per padrino ci
vuole un “bagnaiolo”.
E hanno preteso che “bagnaiolo” fosse il padrino della loro novella
iniziativa editoriale. Non poteva essere un solitario bagnaiolo a
sopportare il peso non indifferente di coloro che l’iniziativa
intendevano intraprendere. Ci volevano più braccia, più forza. Ecco
perché sono stati necessari i “bagnaioli”. Bagnaioli antichi e moderni;
vecchi e giovani; celebri e umili; silenziosi e chiacchieroni; secchi e
grassi; simpatici e antipatici. Nel gruppo bagnaiolo della mia raccolta
di scritti, desidero affermarlo con forza, ci sono tutti, ci sono anche
coloro che scomparsi o non nominati, non sono ricordati o descritti.

Ci sono, anche loro: oggi, per ogni nostra iniziativa, occorre un numero
di bagnaioli più numeroso di ieri.
E’ un “oggi” particolare infatti quello che stiamo per vivere. Un forte
vento di scirocco sembra voglia costringere il battello/Comune
bagnaiolo ad alzare vele un tempo riposte sotto coperta per portarlo
verso approdi amici ma lontani sette chilometri. Sul battello/Comune
non credo voglia salire il nostro Merlo; il Merlo rimane quaggiù, per
svolazzare sulla polla, a difenderla ed onorarla. Niente ciliegie al
nostro merlo; al nostro merlo piacciono le corbezzole. Per questo
“trasferimento” o “accorpamento” sono paventate burrasche; i bagnaioli
veraci però credono nella bonaccia. Una bonaccia piatta, invitante, con
orizzonte aperto verso il “piano”. Che sia l’orizzonte che allora si è
aperto davanti al duo Stefano e Luca? Che sia “orizzonte” aperto alla
emulazione, alla crescita, alla affermazione, alla rinascita?
Mi auguro proprio di si. Solo quel tipo di orizzonte può ridare slancio
alla personalità che di questo nostro Paese ha in passato fatto storia
illustre, gloriosa e benefica.
Il mio “Bagnaioli”, oggi e per domani, intende dire anche questo. E lo
dice con forza e con amore. Lo dice anche con gratitudine verso coloro
che lo hanno voluto profumato di stampa. Lo dice soprattutto a voi cari
amici compaesani, bagnaioli, che siete accorsi a sentirmi e per
leggermi. Grazie.
Viva Casciana, viva Bagni di Casciana.
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