Quella
che mi state offrendo è una gran bella serata amici Lions pisani.
Ed è, tra l’altro, una serata che mi inorgoglisce.
Ricordare Gino Montefinale;
ricordarlo, presentandolo ad un illustre consesso come Ultimo Testimone
della nascita, dei primi vagiti e del trionfo della radiotelegrafia
marconiana;
farla, questa presentazione, in questa cara Pisa che di storia, di arte,
di sapienza e scienza è intrisa, è motivo di orgoglio.
All’orgoglio si mischia commozione.
Parlare della vita e dell’opera di un personaggio al quale sono stato e
sono legato da legami parentali e da profondo affetto, converrete con me
che può provocare commozione.
Una commozione che già altre volte ho vinto, sentendomi investito di una
missione.
La missione di ricordare, di far ricordare un personaggio eccezionale.
Eccezionale per intelligenza, scienza, sapienza, onestà, purezza di
ideali.
Ciò che ormai ritengo una missione mi permette di mettere anche
voi a parte di riflessioni personali provocate in me, sin da giovinetto,
da quell’argomento marconiano che mi lega ormai da un po’ di tempo anche
con voi Lions pisani.
Oggi Pisa, un tempo gloriosa repubblica marinara, mi offre occasione di
chiamare “premessa” ciò che sto per dirvi; si tratta, ripeto, di
riflessioni molto personali suscitate anche in tempi recenti da
avvenimenti che pur se lontani, hanno la prerogativa di coinvolgere.
In questa nostra Pisa, per quello che è stata e per quello che
orgogliosamente, nel tempo, intende conservare e tramandare quale culla
di una gloriosa repubblica marinara, viene spontaneo considerare che la
presentazione di questo Quaderno e di questo Personaggio, non poteva
trovare luogo più adatto.
Questo luogo lo ha trovato in prossimità dell’Arno alla cui
immediata foce di allora, gettarono le ancore galeoni possenti e
paranze, paranzelle, bragozzi, chiatte e feluche.
La presentazione di questo Quaderno e di questo Personaggio, avvenendo
in un luogo storicamente e gloriosamente marinaro offre degli elementi
su cui mi è caro ritornare a riflettere anche per far riflettere.
Questi sono gli elementi per riflettere:
- la nave;
- il mare;
- la libertà.
Per convinzione profonda non solo mia, sono la nave, il mare e la
libertà i tre elementi che costituiscono nella storia del mondo l’idea
della civiltà.
Attraverso il mito della nave è stato raccontato il modo in cui si sono
sviluppate le civiltà del mondo.
Ma non solo:
il mito della nave è legato al sentimento della libertà fin dall’alba
della nostra cultura;
l’Iliade è il poema della terra, la terra solcata dai carri guerrieri e
dagli uomini che si combattono.
L’Odissea è il poema del mare, della conoscenza della libertà che cresce
navigando e nell’incontro, tra culture diverse.
Dalla letteratura alla storia.
Dalla storia: il primo grande nemico della civiltà occidentale è la
Persia che minaccia la democrazia di Atene.
La Persia è terra, è violenza dittatoriale;
Atene è aperta al mare, è libertà.
Anche in tempi recenti, dal mare, all’Italia aperta al mare, da una
Terra lontana scoperta attraversando il mare, è giunta la libertà.
Nel mare la libertà.
La libertà culla della cultura, delle scoperte, delle scienze. La
scienza con le sue “onde” marconiane, che diffondono le conoscenze
attraverso gli spazi sino allora silenziosi, muti. Le onde elettriche
che offrendo la conoscenza, la fa crescere, la diffonde, l’amplifica
promovendo di conseguenza la libertà.
Sul mare, sulle navi che l’hanno solcato e vinto è nata la
libertà.
Pisa, con il tempo non più repubblica marinara, tramite la sua
marconiana Coltano ha irradiato negli spazi onde elettriche, ha potuto
mantenere ed oggi intende rinverdirle, le sue storiche, antiche
prerogative di apertura al mare e quindi alla libertà.
Pur se inconsciamente, guidato da queste riflessioni che sono, forse un
po’ filosofiche, ma certamente e soprattutto anche sentimentali, ho
ascoltato a suo tempo e riascoltato recentemente l’Ultimo Testimone.
Componendo il Quaderno che mi è offerta occasione di presentarvi, ho
“riascoltato” raccogliendo e riunendo, l’essenza del racconto di quella
grande e affascinante avventura.
Di quell’avventura marconiana che è anche marinara, sognata da un
ragazzo, vissuta da uno studente, studiata da uno scienziato, narrata da
un umanista.
Poi, dopo questa “premessa”, ecco gli accadimenti recenti che desidero
raccontarvi. Essi hanno provocato la nascita e poi la stesura del
Secondo Quaderno Marconiano che oggi sono stato chiamato a presentarvi.
Quegli accadimenti che ho ritenuto adeguati come “presentazione”
riportandoli anche nel Quaderno, oggi, in questa serata per me
indimenticabile, desidero raccontarveli, leggendoli ad alta voce.
Gli accadimenti sono stati questi:
“nella serata di plenilunio del 31 luglio di due anni fa, sulla
suggestiva Piazza di San Pietro in Portovenere, promossa
dall’Amministrazione Comunale e dalla Pro-Loco locale, ebbe luogo la
presentazione del libro:
“Gino Montefinale – Un ragazzo di Portovenere”.
Ad ascoltare la presentazione, accorsero numerosissimi
portoveneresi guidati dal loro Sindaco.
Accorsero anche alcuni ospiti del Borgo; tra questi, con Signora, il
pisano vostro (da tempo anche un po’ mio) dottore in medicina Roberto
Spisni.
La presenza di questo dott. Spisni ha provocato la nascita del Quaderno
che sono qui a presentarvi.
Perché vi chiederete?
Perché il dott. Spisni, all’epoca, era presidente del Lions Club di
Pisa, e i Lions pisani, sempre all’epoca, erano (e sono tuttora rimasti)
interessati al progetto di “rinascita” museale della gloriosa Stazione
radiotelegrafica pisana di Coltano.
Ed allora?
Ed allora, ecco:
la Stazione radiotelegrafica ultrapotente di Coltano, attrezzata negli
anni ’30 con apparecchiature Marconi, fu realizzata sotto la direzione
tecnica dell’ing. Gino Montefinale, all’epoca, capitano di vascello
della Regia Marina e capo del Servizio Radio presso il Ministero delle
Telecomunicazioni.
Questa notizia il dott. Spisni l’apprese leggendo il libro anzidetto. E
senza porre tempo in mezzo ecco che il dott. Spisni corre alla Pro-Loco
di Portovenere, parla con la generosa dotta Giuliana Calvellini Barsanti,
ultima battagliera storica del Borgo rimasta; chiede ed ottiene notizie
dell’autore di quel libro presentato e dopo, appena rientrato a Pisa
dalle vacanze portoveneresi, ecco il primo contatto con l’autore; ecco
l’idea; ecco lo stimolo; ecco questo Quaderno.
Raccolse il dott. Paolo Stefanini la “campana” di presidente Lions di
Pisa, lasciata per statuto dal dott. Spisni al termine del mandato;
la raccolse trovandovi… attaccata “l’idea”.
E Stefanini, l’idea non la “staccò”, non la abbandonò, anzi con identico
vigore, con entusiasmo giovanile fece intravedere il possibile traguardo
dichiarando la linea che, tra l’altro, il suo programma intendeva
seguire:
ERA NEL PROGRAMMA STEFANINI
LA MEMORIA
Memoria di fatti, di personaggi, di luoghi, di scritti, di opere troppo
fugacemente e spesso colpevolmente dimenticati.
Desiderio di ricordare e di far ricordare ciò che ha onorato questa
nostra Patria.
Dopo Stefanini, ecco sorgere l’attuale presidenza dell’avv. Michele
Barbieri.
Ci sono encomiabili, rare, preziose continuità di azione e di idee nei
Lions pisani.
Michele Barbieri, non molla, rischia (sappiamo quanto si rischia andando
in stampa) e avvalla con calore l’iniziativa marconiana dei
predecessori.
Ed è nato un qualche cosa che io da tempo chiamo “memorie… senza fili”.
Memorie… senza fili sono per me infatti il ricordo dei primi e dei
successivi passi della radiotelegrafia che l’ Ultimo Testimone ha
avuto modo di farmi conoscere: frequentandolo, ascoltandolo, leggendolo.
L’ Ultimo Testimone che vi presento è GINO MONTEFINALE.
I documenti autentici che nel Quaderno oggi presentato per benemerita
iniziativa si è inteso raccogliere collegandoli con filo logico e
temporale tra di loro, sono parte significativa di una notevole quantità
di scritti che, attestando la nascita e la crescita di Montefinale, uomo
di mare e di scienza, si ritiene possano indicare anche e soprattutto,
le sue predisposizioni intellettuali e le sue scelte tecniche,
scientifiche ed anche umanistiche.
La vita di Gino Montefinale ebbe inizio a Portovenere, si è sviluppata
in un lungo e proficuo arco di tempo che nell’intrecciato mondo del mare
e delle onde elettriche si è distinto nei tre precisi periodi che
metaforicamente, in questo Quaderno, abbiamo desiderato così definire:
innamoramento – fidanzamento – matrimonio.
Innamoramento, fidanzamento e matrimonio con
la radio di Guglielmo Marconi.
- L’innamoramento ebbe inizio con una visione;
- il fidanzamento con l’ingresso nel mondo della Regia Marina Militare;
- il matrimonio con l’addio alla Marina e l’inizio della collaborazione
con l’Inventore.
In novantatre anni di vita, l’Ultimo Testimone, scrivendo e studiando e
disegnando, ha lasciato tracce indelebili di:
arte marinara e militare, scienza delle onde elettriche, storia,
panorami, scorci pittorici e mare.
Mare
appena increspato dal sopraggiungere della brezza di maestro o squassato
da superbe tumultuose onde;
mare silenzioso guardiano di preziose memorie; mare di casa, di
sottocasa-torre di Portovenere.
Portovenere primo e ultimo custode di un mondo che fu.
E’ gioia profonda mia, di sangue misto toscano e ligure, il poter
affermare che Pisa, tramite la marconiana Coltano, è possibile
intenderla idealmente gemellata, per mezzo di Gino Montefinale, con la
meravigliosa, preziosa, tonificante Portovenere fedelissima Colonia
Januensis
Pisa, ha un’altra splendida occasione per dimenticare…“le Melorie” e
rappacificarsi definitivamente con Genova.
Concludo.
Con gioia, appassionandomi, ho curato la preparazione di questo
secondo Quaderno marconiano del Lions Club pisano, il cui autore è
indiscutibilmente, “L’ultimo Testimone” - Gino Montefinale.
E’ stato il mio infatti, in prevalenza, un lavoro di ricerca, di
scernita, di assemblaggio e raccordo di suoi scritti, documenti, opere
che come fine esclusivo ed ultimo ha avuto quello di sottolineare la
autenticità del titolo che è stato dato a questo volume.
Con questo lavoro mi è stata nuovamente offerta la possibilità di
immergermi (fino al collo) in quel mondo fantastico che sino ad allora
“stagno silenzioso”, dopo, ha parlato, captando e sprigionando quelle
“onde” portatrici di messaggi, musica, scienza, progresso, conquista,
libertà.
Un grazie caloroso allora debbo a coloro che mi hanno offerto questa
possibilità.
Pur avendoli già nominati, intendo ricordarli ancora seguendo
l’ordine anche temporale con il quale sono “apparsi” sulla mia strada:
Il primo ad apparire è stato Roberto Spisni; infaticabile… persuasore, e
ricercatore, ed uomo del “fare” (non delle chiacchiere), E’ un
marconiano fedele ed entusiasta Spisni; con un grande abbraccio è stato
accolto e si intende trattenerlo a vita, quale membro illustre, nella
famiglia dei marconiani doc.
E poi di seguito, nell’ordine, ecco Paolo Stefanini, uomo dal fiuto
acuto che da idealista ha sviluppato “la memoria” e da sapiente umanista
ha intravisto in questo Ultimo Testimone, anche i tratti dello
scrittore, dell’artista… dell’ umanista.

Ed ecco poi, anche per logica gradualità, l’attuale presidente,
l’avvocato Michele Barbieri.
Barbieri, sulla mia strada, l’ho intravisto avvolto da lieve foschia.
Mi è giunto come eco il suo corretto, dotto, parlare. Ho
captato le sue idee “di rimbalzo”: le ho udite però chiaramente.
Michele Barbieri mostra di credere nelle cose in cui noi crediamo,
mostra di agire con coraggio per affermare la vitalità e la validità
dei vostri ideali societari che, tra l’altro, intendono ridare
visibilità ai personaggi ed agli accadimenti che hanno illuminato e Pisa
e la nostra Patria.
Sulla mia strada marconiana, però, apparve per primo Gino Montefinale.
Anche oggi, in questa occasione, dinanzi a un consesso illustre motivato
da allettanti traguardi, mi si offre la possibilità di esprimere
un grazie nostalgico a Lui: magnifico, indimenticabile personaggio che
anche da “Ultimo testimone” è riapparso nel mio divenire
portandomi serenità e… sapere.
Montefinale, con un solido “mattone” che è divenuto Quaderno, lo vedo
idealmente proteso alla ricostruzione della pisana Coltano.
Mi auguro che questo “mattone-Montefinale” riesca a gemellare Coltano
con Portovenere, nel nome di Marconi.
Lions pisani vi indico un altro traguardo:
Il gemellaggio di Coltano con Portovenere. Raggiungetelo.
E, finisco:
- grazie agli Ospiti illustri che sono qui convenuti;
- grazie caloroso, cordiale, commosso a voi Lions pisani che mi avete
ospitato. Voi, Lions pisani siete ormai diventati miei carissimi amici.
|