Per la difesa delle antichità

 

      

       Quest’anno Porto Venere ha avuto tra i suoi graditi ospiti l’ispettore delegato ai monumenti e belle arti della provincia, avvocato professor E.A.Mori, già benemerito per altre ragioni dell’intero comune, e nulla deve essere sfuggito, in fatto di conservazione delle antichità al suo prezioso taccuino: dal castello ai tetti del vecchio borgo genovese (dove la ligure ardesia viene abusivamente declassata) dalle antichissime chiese al « carrugio » medioevale, ancora genuino e monumentale nonostante la sua funzionalità e le tante manomissioni; dalle mura del Caffaro alle caratteristiche tre torri che formano lo stemma del comune.
       Siamo quindi tranquilli che sarà fatta « buona guardia » e che il carattere del borgo verrà mantenuto e preservato dalla continua insidia fattagli, per ragioni commerciali, dal di dentro e – assai peggio – da chi giunge all’assalto dal di fuori... Vorremmo solo limitarci, per non essere tediosi, a qualche raccomandazione.
       In primo luogo: l’accurata verifica, da parte di tecnici competenti, del pericolo di franamento di una parte della chiesa di San Pietro, in dipendenza di un grosso crepaccio apertosi sul mammellone di rocce  che ne sostiene le fondamenta dalla parte di ponente. Il compianto senatore Capellini, che aveva previsto le frane, poi avvenute, nei calcari dolomitici dell’Arpaia, le attribuiva appunto al formarsi di tali spaccature insieme all’azione lenta dell’acqua e del terriccio che vi penetrano, eccetera, nonché agli scuotimenti delle tonnellate di acqua salsa che vi sbatte contro la libecciata nella stagione inclemente. Vi sono pericoli di franamenti anche intorno agli accessi della grotta di Byron, meta estiva di folle di bagnanti e visitatori.
       Vorremmo poi ricordare al municipio la promessa fatta di migliorare l’accesso al castello (ora vietato agli... adulti poco equilibristi!) e ciò contrasta con quanto si è fatto e si fa per l’opposto castello di Lerici; la ripulitura di tutta la zona monumentale superiore del borgo antico, compresa la vecchia fortezza di «L’Ambrexo» (S. Ambrogio), un belvedere insuperabile per chi ama estasiarsi alla poesia delle rocce e dell’alto mare. Attende poi da anni una decorosa restaurazione la salita che dalle «Porte» va direttamente al castello fiancheggiando le vecchie mura di levante, ora ricettacolo di rifiuti di ogni genere.
       A proposito di spazzatura, perché si continua a tollerare che ne sia fatto gettito abusivo dall’alto delle rocce dell’Arpaia, con grave pericolo delle barche e dei bagnanti o pescatori sottostanti? Non sembra nemmeno provvedimento adeguato fare lo scarico dei furgoni della spazzatura dalla sella di Derbi sulle spiagge foranee sotto il Muzzerone.
       Le correnti marine riportano regolarmente i galleggianti alle Bocchette di San Pietro... e addio mare pulito! La grossa questione non può essere risolta che in accordo col comune della Spezia che, a quanto ci risulta, ha già allo studio un sistema razionale di smaltimento dei rifiuti urbani. Infine una considerazione personale. Il turismo portovenerese soffre di inefficienza, oltreché per lo stato di crisi dell’associazione « Pro Loco», che gli sforzi benemeriti, ma solamente coordinatori, dello EPT non sono riusciti a tirar fuori dall’ormai cronica «empasse», dalla disarmonia (oggi di natura politica, più che campanilistica) delle tre frazioni costituenti lo storico Comune, ognuna con sue proprie e peculiari caratteristiche.
       A parte la questione politica vedo una possibile soluzione soltanto in una specie di « union sacrée » fra i tre paesi, intesa al fine di una valorizzazione turistica integrale di tutto il lato ovest del golfo, così come una benemerita e lungimirante azienda di soggiorno ha fatto per la sponda orientale. Per quanto il lato ovest sia il più sacrificato dalle esigenze militari, mantiene tuttora aspetti e punti panoramici di gran pregio, riprodotti al principio del secolo XIX dal grande topografo-paesaggista di Napoleone, il Clerc, eppoi dal Fossati ed altri, nella loro verginità (a proposito perché si sta interrando il seno del Varignano?).
       Di alcune recenti iniziative va dato lode all’amministrazione comunale, quali ad esempio, il prolungamento dell’acquedotto della Palmaria e la biblioteca civica di Portovenere, quest’anno traslocata in locale più adatto e meglio organizzata. E’ ben diretta e ne hanno largamente approfittato i bagnanti. E’ da augurarsi che allo stesso scopo possano essere presto utilizzate le sale dell’ex convento olivetano delle Grazie contenenti i famosi affreschi e che il convento stesso, con l’annessa chiesa cinquecentesca, sia messo in condizione di costituire una buona attrattiva per il turismo locale.

 
     
     

  

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