TRAGUARDI
PREMESSA
Teorie e studi i più disparati, indicano i percorsi che i conduttori la
cosa pubblica sarebbero chiamati a seguire per raggiungere i traguardi,
spesso pretenziosi, che dovrebbero dar benessere, lavoro, successo alla
gente ed ai luoghi amministrati.
Alla base di ogni progetto di “percorso” si rivela ripetitivo il refrain
: “ tranquillità, benessere, ambiente incontaminato, ecc. ecc. “.
Poi, molto spesso, nel prosieguo del trattato, si dimentica “la base
premessa” e ci si immerge in dotte disquisizioni, indicazioni, progetti
che spesso, in antitesi, illustrano percorsi non solamente difficili, ma
anche velleitari e spesso “megalomani”.
In genere, le molte relazioni di progetto predisposte con cura e
ricchezza di dettagli, ricerche, grafici, statistiche, molto spesso
denotano una lacuna particolare non secondaria.
No, la lacuna non è secondaria, è primaria:
non è stato considerato appieno, nei particolari, il tessuto ove il
progetto, che subitamente appare corpo estraneo, deve essere
impiantato. Si esclude aprioristicamente la possibilità di rigetto.
C’è di contro chi predilige e redige progetti semplici, fattibili,
facilmente inseribili nel tessuto, spesso sclerotico, dell’ambiente in
“cura”.
E’ questo tipo di progetti che molto spesso, anzi quasi sempre, non
facendo “drizzar le orecchie” e non consentendo ricerche
dietrologiche, offre di conseguenza maggiori possibilità di
fattibilità.
Il perché è semplice da capire; questi progetti :
- non richiedono interventi di spesa rilevanti;
- non costringono a modificare con immediatezza le strutture, le
mentalità e le abitudini (ossidate);
- rispondono a ciò che il futuro molto prossimo reclamerà a gran voce;
- punta al mantenimento di ciò che di più grande e utile e sacro il
Padre Eterno ha donato a Casciana :
la
tranquilla quiete della campagna.
A motivo di quanto sopra, per questa nostra Casciana, “erosa” dal
tarlo della crescita e resa diffidente da ultra cinquantennale
conduzione politica che nei programmi, nelle ideologie, nei concetti di
fondo, ha mostrato, non dico ritardi, ma precisi indirizzi politici che,
da che mondo è mondo, volendo tutto pubblico, penalizzano l’iniziativa
privata e favoriscono l’affermarsi di iniziative che impoveriscono
sistematicamente il concetto primario “dell’accoglienza” motore primo
della crescita qualitativa di ogni attività turistico-termale, a motivo
di quanto sopra dicevamo, ecco TRAGUARDI. Sono, si pensa possano essere,
“traguardi per Casciana”.
Traguardi semplici, fattibili che possono essere così sintetizzati :
1 - creazione di una grande oasi di verde;
2 - culto del buon mangiare e del buon bere;
3 - battaglia ai rumori
4 - rivalutazione delle Frazioni;
5 - valorizzazione di Pietraia.
Con la ferma speranza di rendere gli argomenti più appetibili, è stato
deciso di dividere il lavoro in parti ben distinte.
Se si vorrà quindi, questo lavoro potrà essere letto “a puntate”,
per non far fare...indigestione e quindi dar tempo per riflettere su
ciascuno dei punti considerati.
Potrà anche essere meglio criticato e, per scritto (sempre per scritto
non a chiacchiere), potranno essere formulate modifiche, correzioni,
integrazioni, proposte alternative, plausi e fischi.
Si ritiene che Casciana possa fare progetti in proprio. Tra l’altro
questo tipo di progetti che se vogliamo possiamo chiamare “consulenze
paesane”, non costano assolutamente nulla. Come dicevamo spesso con il
perduto amico di Casciana e mio Ugo Fracassi, queste consulenze “sono
agratisse”.
Annotazione.
Lo scritto “Traguardi” è stato completato nel mese di giugno 1999, dopo
le elezioni amministrative dello stesso anno. Di oggi, anno di grazia
2004, solo pochi, pochissimi e marginali aggiornamenti.
A Casciana, una sola persona all’epoca ritenuta influente ne ricevette
una copia. Gli fu data…sperando, con apposita lettera del 2 agosto 1999.
In verità ha ricevuto una copia della presente anche la Consulente
Globale dott.ssa Colacicco, in quell’anno prescelta dall’Amministrazione
Termale per il rilancio di Casciana. Dai due personaggi, l’Autore, non
ha ottenuto riscontro alcuno.
Successivamente, su NUOVA CASCIANA, alcuni di questi argomenti, nella
loro integrale originale stesura, sono stati resi pubblici con la
rubrica CONDICIO (senza PAR).
La loro pubblicazione ha ottenuto analogo risultato:
UN ASSORDANTE SILENZIO.
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UN PARCO NATURALE PROTETTO
Il fato, per alcuni la sfortuna, per altri l’imperizia, per altri ancora
l’errata politica, hanno fatto si che la nostra Casciana, salvo alcuni
interventi deplorevoli, sia riuscita a mantenere il suo ambiente nelle
dimensioni e caratteristiche che tranquillamente possiamo definire
“umane” (ed invidiabili).
Lontano infatti da Casciana il grande traffico portatore inevitabile di
ogni sorta di malessere, il caso (?) ha voluto che Casciana sia
riuscita a mantenere a distanza irrisoria le vie di grande
comunicazione. La loro distanza è irrilevante, il tempo, la tecnica e il
lavoro dell’uomo le renderà ancora più vicine.
A motivo di quanto sopra, si concorderà con me nel ritenere che Casciana
deve essere cercata. Essere oggetto di ricerca è una prerogativa
preziosa propria della modernità, ma soprattutto...del futuro. Un sempre
maggior numero di persone infatti è intenta a cercare. Cerca la
tranquillità, il silenzio e le altre ben note e straripetute
caratteristiche che ormai sono pressoché scomparse da ogni luogo
turistico. Quindi, primo comandamento: ATTRARRE, ma attenzione, attrarre
ma NON TROPPO. Questa è una legge importantissima da seguire, per non
incorrere nel gravissimo errore di essere sommersi dalle masse
turistiche distruttrici dell’ambiente e della quiete.
A Casciana ci si arriva e ci si dovrà arrivare, volutamente, cercando.
Non ho mai sentito dire che qualcuno vi sia giunto per caso. Non perché,
come a Roma, tutte le strade vi conducono. Anzi proprio al
contrario. Sembra che l’uomo o “la legge sulla perversità delle cose”
abbiano interagito per rendere difficoltoso il ritrovamento di
Casciana.
Ai tempi della sor’Anna Sammuri (comproprietaria della Pensione Stella)
si cantava il suo stornello:
si parla di Casciana in Grecia e nel Cilè,
ma giunti a Pontedera nessun sa dir dov’è.
Occorre urgentemente, molto urgentemente, intervenire però perché
adeguata segnaletica agevoli coloro che, cercandola, vogliono
raggiungerla. Oggi la segnaletica è RIDICOLA per dimensione e
collocazione. Spesso è invisibile ed ASSENTE e molte volte è FUORVIANTE.
Segnaletica inadeguata quindi, ma Casciana ha gli aspetti positivi
che di seguito elenco:
non ha la fascia periferica che tra l’altro rende squallido l’aspetto
estetico dei centri cosiddetti sviluppati (deve attentamente essere
guidata l’eventuale estensione dell’area industriale della Pruneta -
Muraiola);
non ha l’invasione della prostituzione che normalmente segue
proficuamente ogni località cosiddetta progredita od in via di
espansione;
non ha il problema dei parcheggi (se protegge, acquistandoli, quelli
esistenti), i suoi viali possono rimanere liberi da automezzi in sosta;
Casciana non ha i molti altri problemi urbanistici negativi quali sono
quelli che assillano cittadine termali o turistiche similari anche per
fama.
Virtualmente quindi Casciana è intatta, è in gran parte da SCOPRIRE, da
MANTENERE e da COSTRUIRE.
Occorre mantenerla e costruirla (non è un bisticcio) per il futuro,
conservando inalterati i presupposti peculiari che oggi e domani sono
e saranno considerati fondamentali per la vivibilità.
Sta bene la cura del benessere fisico, sta bene la terapia riabilitativa
in sviluppo, sta bene fare ogni sforzo per adeguare le strutture
alberghiere alla richiesta sempre più pretenziosa di clienti ormai
avvezzi all’aria condizionata, al tuffo in piscina, al parcheggio
coperto od ombroso, alla cucina “alla carta”, al servizio qualificato e
poliglotta.
Sta bene questo ed altro. E’ però necessario ed indispensabile difendere
a denti stretti ciò che il Paese in parte ha già:
- le dimensioni;
- il silenzio diurno e notturno;
- la cortesia dell’accoglienza;
-le caratteristiche paesane, umane della comunità;
- il verde.
Il “verde” occorre integrarlo, estenderlo. Occorre creare con urgenza
una grande, profonda cintura di verde che, avvolgendo Casciana con un
grande abbraccio, allontani possibili desideri di insediamenti anomali a
ridosso del centro storico (e di quello non storico di recente
costruzione), offra un grande polmone di svago e di respiro ossigenato,
dia sede alle iniziative ricreative, di spettacolo e sportive,
garantisca comode, ombrose, odorose, educative possibilità di passeggio
riposante su viali in lieve, dolce pendenza.
Sulle colline digradanti da Vivaia verso Casciana vedo il sorgere del
primo nucleo di questo “grande parco protetto”. L’esteso
territorio che richiamo, per esposizione, per collocazione nei confronti
del Paese, per dolcezza naturale di pendenze, per non eccessive
necessità di interventi dispendiosi, mi appare sede ideale per
ospitare “il grande respiro di Casciana”, “l’Oasi di verde”.
Unico grosso intervento:
- la creazione di un ponte che renda pressoché pianeggiante il tratto di
strada necessario per raccordare il promontorio ovest paesano con quello
immediatamente prospiciente, allontanato e reso apparentemente
irraggiungibile dalla presenza del torrente “il Fontino”. Questo “Fontino”
è l’unico considerevole ostacolo al percorso ideale, pianeggiante che
vorremmo veder realizzato.
Poi, scavalcato l’ostacolo Fontino, ecco la perizia e l’intelligenza
umana che con tracciato stradale dotato di tornanti di lievissima
pendenza, creerà i presupposti per raggiungere senza fatica il belvedere
di Vivaia.
Questo primo agevole e facilmente raggiungibile “parco
naturale” potrà mantenere in gran parte le caratteristiche agricole
attuali. Il parco sarà reso suggestivo anche e soprattutto se offrirà
mezzo di vedere, di seguire le varie fasi di lavorazione dei campi, le
piantagioni di frutteti, quella di vigneti e di uliveti. Dovrà solamente
essere interrotto da gruppi di alberi di alto fusto lì posti ad offrire
refrigerio, ombra, al frequentatore. Tutto il percorso stradale del
“parco” dovrà però essere ombreggiato da tigli (occorre mantenere,
accentuare il profumo di Casciana, quello del tiglio in fiore), il
percorso dovrà essere chiuso al traffico automobilistico. Oasi di
tranquillità, di svago, di passeggiate salutari.
Non penso ad espropri coatti per ottenere i terreni necessari all’OASI,
i proprietari attuali potranno se vorranno mantenere il possesso dei
loro beni continuando a lavorare il loro “pezzetto di terra”. I terreni
non diverranno edificabili. Solo in alcune ben definite aree, dovranno
necessariamente sorgere luoghi di ristorazione ed intrattenimento, in
altre subito da scegliere: campi da tennis, da bocce, da palla a volo.
Potremmo avere anche una piscina raggiungibile senza fatica in
bicicletta (non in motorino).
Potremmo avere, questo il progetto ed il sogno che i cascianesi
attempati spero ricorderanno, potremmo avere dicevo un laghetto
artificiale. Non voglio annoiarvi con la sua descrizione tecnica e di
fattibilità. Nella realtà sappiamo che questa possibilità sussiste.
Termalismo e soggiorno quindi:
che i cascianesi si dividano i compiti. Una parte pensi seriamente al
termalismo, l’altra al soggiorno. Gli operatori del settore accoglienza
pensino ad entrambi. Entrambi sono l’avvenire non solo del nostro Paese,
ma quello dei suoi figli; di quei figli che vorrebbero rimanere ma che
invece sono costretti ad...andare per trovare lavoro e...futuro.
Casciana, quando sia stata cercata e trovata, deve con immediatezza
invogliare le persone a fermarsi per un “soggiorno”. Con l’oasi che ho
brevemente descritto si offre il richiesto “SVAGO”, il desiderato “PASSA
TEMPO”. Svago e passatempo per le persone evolute che crescono a
dismisura in numero e qualità. Occorre puntare su quelle.
Che si prepari l’ambiente; questo l’imperativo costante che dovrebbe
guidare le nostre azioni comuni quotidiane.
Urge mantenere e preparare l’AMBIENTE; gli “assetati” stanno crescendo
di numero e le...fonti dove è possibile trovare...acqua pura e sorgiva
per dissetarsi, si fanno sempre più rare e preziose.
Gli assetati cercano; non abbiate timore; con una intelligente,
capillare promozione ci troveranno.
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IL CULTO DEL BUON MANGIARE E DEL BUON BERE
Appellandomi allo spirito di servizio residuo che sono certo sia
posseduto, chiedo ai miei concittadini lettori di non esplodere
subitamente con l’esclamazione:
“ma questo qui, cosa vuol venirci a raccontare; a Casciana si mangia e
si beve bene da sempre.”
Vi prego, aspettate un attimo, cercate di leggermi sino in fondo e poi…
dite quel che volete, mandatemi pure al diavolo.
In fondo in fondo non posso darvi torto, l’esclamazione spontanea,
inarrestabile di cui sopra ha un fondo di verità indiscutibile. Nei
nostri Alberghi e nelle nostre Pensioni si mangia e si beve bene. L’ho
sempre sentito dire e spesso ne ho avuto riprova.
Ma, e qui sta il punto, si mangia bene tanto da poter competere o meglio
prevalere su quello che ormai è ritenuto un normale requisito toscano di
ogni luogo destinato all’accoglienza?
In sintesi, si mangia bene per eccellenza, o si mangia bene come ormai
dappertutto in Toscana bene si mangia ?
Non voglio apparire brutale, provocatore, ma mi e vi chiedo: siamo
veramente sicuri che non si possa migliorare, o meglio, siamo veramente
sicuri di dare quello che da quella Toscana “ideale” molti si aspettano?
Gli argomenti promozionali che fanno e con il tempo faranno riscuotere
consensi maggiori, sono notissimi:
“la cucina regionale, i piatti tipici, i prodotti genuini, l’olio vergine
d’oliva di frantoio, il vino fresco di cantina, il pane cotto al forno,
i fagioli dell’orto, i dolci fatti in casa, la frutta del mi’
poderino, la mi’ gallina, il mi’ coniglio, ecc. ecc.”
Orbene, traguardo importante da raggiungere e mantenere “ il culto
continuo della buona cucina e la certezza che a Casciana questa sia
garantita da un marchio di qualità”. Se questo traguardo si crede di
averlo già raggiunto, interrompete pure la lettura e perdonatemi.
Se invece qualche dubbio in proposito vi assale, leggete e riflettete:
· propongo (mi permetto
suggerire) che la Pro-Loco si faccia promotrice di un’azione tendente ad
ottenere “il marchio di qualità” sul cibo e sulle bevande degli alberghi
cascianesi;
· suggerisco che sulla porta
di ogni Albergo o Pensione che ha ottenuto quel riconoscimento,
appaia il simbolo prescelto così come oggi appare il numero
delle stelle (per esempio uno, due, tre, quattro merli?).
Certo è che per ottenere quel riconoscimento (i merli) dovranno essere
superate prove serie, indiscutibili e, nel tempo, dovrà essere
assicurato l’acquisto e l’uso di prodotti genuini di qualità eccellente
(classificata eccellente).
Non credete con me che quest’idea possa generare desiderio di emulazione
e voglia di migliorarsi?
Certamente, un luogo dove è proclamato a chiare lettere “il culto del
buon mangiare e del buon bere”, offrirà a coloro che cercano (e sono
tanti) l’ambiente tradizionale toscano, l’oasi di verde e di pace, il
silenzio, offrirà dicevo un’altro non secondario argomento per scegliere
la nostra Casciana come luogo di cura, riposo e soggiorno.
Non solo gli Alberghi e le Pensioni dovrebbero concorrere ed ottenere
l’ambito necessario riconoscimento; tutti i luoghi di ristorazione, a
cominciare dai bar, per passare ai ristoranti e per finire alle botteghe
alimentari ed alle macellerie, dovrebbero avere o conquistare, per
entrare nel giro virtuoso, quel “fatidico marchio”.
La pubblicità dovrà recitare:
a Casciana Terme un organismo apposito verifica e quindi garantisce che
i cibi e le bevande sono genuine. Un marchio di qualità assicura
l’Ospite che a Casciana Terme si mangia e si beve sano e bene.
Credo che questa iniziativa non sia stata ancora presa da nessuno. Se
questo è vero, avremmo scoperto un veicolo pubblicitario di
importanza notevole.
Casciana, per il suo futuro, per il futuro dei suoi figli che aspettano
da un po’ troppi anni, può e deve crescere in qualità (lasciamo perdere
la quantità. La quantità è pericolosa per la vivibilità) assicurando di
offrire cose inedite, innovative, di avanguardia. Tutti ci dobbiamo
sforzare per cercare il nuovo, per dare del nuovo, per non cadere nella
noia del “già visto, del già avuto”.
Non si può riposare sugli allori. Ormai, quelli, sono appassiti, anzi
sono secchi, strasecchi, non hanno più foglie e non mostrano più le
caratteristiche di “alloro” che avevano.
Casciana si deve sentire sempre sotto esami, deve essere sempre tesa e
curva sui “libri” per apprendere. Gettiamo dalla finestra la
presunzione.
Il presuntuoso non vince, non ha mai vinto. Con l’umiltà del
principiante occorre che ognuno di noi, abbandonato il vizio di
criticare senza proporre, intraprenda una di quelle strade difficili e
lunghe, ma fruttuose e appaganti che portano al successo. Quella che mi
permetto indicare penso possa essere una di quelle.
Su un giornale nazionale di larga tiratura leggevo di recente una
lettera di un lettore che rivolto al Direttore scriveva:
“Lei fa bene a denunciare il fracasso notturno che avvelena le nostre
sere d’estate. Ma dovrebbe anche spezzare una lancia a favore delle
trattorie in rapida via di estinzione. Ho trascorso settimane di vacanza
in luogo rinomato e non ho trovato altro che pizzerie, paninoteche,
tavole fredde e in alternativa, ristoranti presuntuosi, pomposi, con la
cucina “innovativa” e con i prezzi alle stelle. Dove sono finite le
piccole trattorie d’un tempo dove si poteva gustare piatti semplici,
quelle con le tovaglie a scacchi e il vino sfuso? Chi le ha uccise?”
Il Direttore dopo una non breve, interessante dissertazione che sarebbe
lungo riportare, conclude:
“ le trattorie che lei nostalgicamente richiama le hanno uccise coloro
che tendono all’imbrancamento e all’uniformità dei gusti; l’hanno uccisa
coloro che non per gola, ma per vanità, si appagano non tanto per quello
che mangiano, ma del fatto di aver mangiato ciò che “la moda” indica
come sublime.”
Ma la lettera del lettore che ho richiamato evidenzia la presenza dei
“nostalgici” del culto del buon mangiare e del buon bere. E’ questo ciò
che ci interessa. Noi cascianesi dobbiamo rivolgersi a quelli, ai
nostalgici. Quelli non sono pochi, crescono a dismisura e soffrono
la…decadenza dell’arte antica e tradizionale della cucina dei nostri
antenati.
Orbene, Casciana le faccia risorgere le “trattorie” desiderate. Le
faccia risorgere dandogli ospitalità nei suoi Alberghi e nelle sue
Pensioni, marcando a fuoco l’etichetta che assicura la genuinità e la
tradizione gastronomica tosco-cascianese.
Occorre imparare a vendere “la buona antica zuppa di cavolo” e “il vino
asprigno delle nostre colline”; le cure termali, quelle del benessere, i
massaggi, la fisioterapia ormai sono prerogativa di moltissimi luoghi,
la concorrenza in materia è agguerrita, foltissima e a buon prezzo.
La concorrenza “al culto del buon mangiare e del buon bere” è minore,
forse inesistente.
Che sia questa una nuova strada da percorrere?
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PROMOZIONE DEL SILENZIO
E’ argomento annoso quello relativo alla battaglia contro i rumori, l’ho
da sempre sollevato con scritti, in accese discussioni e con inascoltati
appelli. Tutto ciò che sull’argomento ho scritto e detto è stato
regolarmente frainteso. Mi si è fatto passare per un bieco parruccone
retrogrado e conservatore (non ho capito di che cosa), proteso ad
ostacolare le iniziative paesane che volenterosi cittadini di volta in
volta intraprendevano ed intraprendono convinti - credo in buona fede -
di favorire, con la promozione e lo sviluppo di Casciana, il desiderio
di svago della clientela bagnante. E’ da provarsi anzitutto se le
iniziative più costose e…rumorose sino ad oggi intraprese hanno riscosso
il plauso della clientela termale e portato giovamento e promozione “al
mercato” al quale Casciana dovrebbe rivolgersi.
La chiosetta di cui sopra potrebbe avere riscontri significativi se
appoggiata da elementi statistici attendibili e seri che evidenziassero
con l’andamento nel tempo delle presenze, il tipo e la qualità delle
stesse . Questi elementi statistici seri non mi risulta esistano, quindi
questa mia chiosetta la interrompo prontamente. La lascio tuttavia alla
riflessione di chi legge.
Con viva soddisfazione e grande speranza, ho avuto modo di costatare che
chi ha intrapreso la gestione del restaurato, splendido Gran Caffè delle
Terme oltre a dare un tocco evidente di signorilità e decoro
all’ambiente, anche per l’argomento che tratto, sta dando vita a
quella “tonalità” umana, civile, distensiva, accogliente che
solamente la musica prodotta da veri complessi musicali riesce a
diffondere per gli Ospiti con la O maiuscola che tutti (almeno a parole)
desideriamo si moltiplichino.
A causa del comportamento adottato da altri noti locali di
intrattenimento che imperterriti proseguono invece a “sguaiatamente”
urlare, è amaramente evidente non sia ancora giunto il momento di
distogliere l’attenzione dal traguardo “promozione del silenzio” che
Casciana (per Casciana civile e accogliente) deve raggiungere.
Augurandomi che quanto iniziato possa essere imitato, mi appare
oltremodo ancora opportuno stabilire (molti, troppi non l’hanno ancora
capito) che cosa una persona civile intende per rumore (rumore che
inquina). Facciamo dunque qualche esempio.
Orbene, una persona civile, evoluta non potrà certo affermare che delle
casse armoniche (?) di proporzioni rilevanti poste in luoghi aperti,
circondati da case di civile abitazione e da alberghi all’unico scopo di
amplificare a dismisura il suono di orchestre o voci, non siano fonte di
rumore molesto. Sempre quella persona civile non potrà affermare che:
1. motorini e...motoroni lanciati a buona andatura sulle strade
cittadine non provochino rumori molesti;
2. il suono di campane emesso nelle ore (spesso ogni quarto d’ora) in
cui molti riposano non provochino disturbo a coloro che Ospiti (paganti)
o Cittadini (tassati), abitano in prossimità di un campanile;
3. lo schiamazzo volgare, vociante, emesso nelle ore notturne da
giovinastri avventori di circoli ricreativi o di bar, siano di...dolce
tonificante ninna nanna per gli abitanti delle case limitrofe;
4. le autospazzatrici ormai in uso non provochino grave disturbo alla
quiete se fatte funzionare nelle prime ore del mattino;
5. il giocare di turbe di ragazzini sulla Piazza o davanti alla
Canonica, nelle prime ore pomeridiane o in quelle tarde serali non
provochino rumore e disturbo;
6. lo smontaggio delle attrezzature utilizzate per spettacoli, compiuto
nelle prime ore del mattino od a notte inoltrata non provochino disturbo
a chi intenderebbe riposare.
Oggi, a dire il vero ieri, a farmi apparire un precursore (si capisce
regolarmente inascoltato), sono giunti una Legge Quadro e dei Decreti
Legge, che sembrano nebulosi come lo sono un po’ tutte le norme dettate
della ineffabile burocrazia di Stato, ma che invece possono offrire
mezzo, al colto ed all’inclita, di comprendere quale sia l’indirizzo che
un paese civile, proteso verso il futuro deve seguire per perseguire e
reprimere l’inquinamento acustico. Purtroppo, è amaro scriverlo ed anche
solamente pensarlo, le Autorità costituite non mostrano di conoscere
quelle leggi e di volerle far osservare. Le Autorità costituite sono le
prime a dare il cattivo esempio, si rileva infatti che queste si
collocano in prima fila per assistere, con signora al seguito, agli
spettacoli ed alle iniziative che producono rumori inquinanti. Ma
lasciamo andare; anche questa è una chiosetta. Una chiosetta che
desidera però concludersi con la domanda promemoria: “omissione d’atti
d’ufficio?”.
Veniamo allora al sodo. Essendo mia abitudine indicare, quando ci sono,
carenze ma anche e soprattutto proporre soluzioni, ecco di seguito
il mio progetto di PROMOZIONE DEL SILENZIO che mi onoro
(consentitemelo) di offrire “agratisse” alla società civile del mio
paese, con l’appoggio almeno morale (sarebbe bello e significativo
ottenerlo) di coloro che al Gran Caffè delle Terme hanno intrapreso con
coraggio e “buon gusto”.
In un mondo in cui tutti fanno baccano (a cominciare dalla televisione),
un luogo dove si “PRODUCE SILENZIO”, desta senza dubbio curiosità
ed interesse. Dovrebbe farlo, tra l’altro, perché sentito come necessità
prima da un sempre più vasto strato sociale che tende ad emanciparsi
giorno dopo giorno, finalmente crescendo e maturando intellettualmente.
Produrre silenzio non costa un granché, tra l’altro non occorrono
infrastrutture costose e luoghi di accoglienza particolari, né
consulenze onerose ed altisonanti. Per “produrre silenzio” si deve
cominciare facendo comprendere ai concittadini che durante la stagione
delle cure il Paese non è di loro proprietà, è di proprietà degli
OSPITI. Si deve far capire che ciò che viene fatto o promosso è per gli
OSPITI, non per i cascianesi. Queste erano e sono le premesse essenziali
e sacrosante delle norme sull’ospitalità e per l’accoglienza poste alla
base indiscutibile di ogni intrapresa di carattere turistico-termale.
Si deve quindi riprendere l’argomento un tempo preminente, insegnando o
ricordando quale da sempre è stato giudicato come comportamento corretto
delle persone civili. Questo insegnamento dovrà avere inizio all’asilo
nido privato o pubblico che sia, nelle famiglie, nelle scuole
dell’obbligo, in parrocchia, in chiesa, nelle processioni, nei funerali,
con l’esempio dei grandi, delle autorità, dei docenti e dei più evoluti.
Ma attenzione, tutto questo dovrà essere pubblicizzato e propugnato con
costanza, coerenza e sacrificio.
Si potrà pubblicizzarlo, usando paradossi o frasi ad effetto ricorrendo
ad argomenti di facile comprensione, quali ad esempio:
1. in un paese della Toscana, Casciana Terme, all’asilo, in chiesa, in
famiglia, si fa a gara per parlare SUSSURRANDO;
2. anche il Parroco, a Casciana Terme, ha rivestito “il battaglio” delle
campane per attutire il suono dei vespri. Le sue campane suonano poco,
brevemente, l’indispensabile e nelle ore ove certamente nessuno riposa;
3. a Casciana Terme si balla come ai vecchi tempi, sussurrando frasi
all’orecchio della ragazza; la musica è così sommessa che si può farlo,
si è capiti;
4. a Casciana Terme si gioca a scopa, a briscola ed a tre sette in
silenzio, si ammicca solamente;
5. a Casciana Terme i gruppi di nottambuli parlano sommessamente,
pensano al prossimo che dorme;
6. a Casciana Terme sono riusciti a far abbaiare piano anche i cani;
7. a Casciana Terme, il Sindaco, ha emesso un’ordinanza sul come e
dove far silenzio. E’ un’esemplare lezione di stile e di educazione
civica da imitare. Sono previste dure sanzioni per coloro che parlano a
voce alta;
8. a Casciana Terme gli impianti di amplificazione sonora sono tutti
dotati di limitatori acustici che interrompono automaticamente
l’emissione del suono quando questo supera i decibel fissati dalla Legge
di Stato e dal senso di civismo;
9. a Casciana Terme non si raccontano balle. A Casciana si riposa,
provare per credere; gli insoddisfatti, recitano le reception degli
Alberghi, saranno rimborsati.
Tutto questo ed altro si trasformerà in automatica pubblicità. E di
seguito, saranno automaticamente coinvolte le redazioni dei
giornali con cronaca locale e regionale. E, chissà, subito dopo “la
notizia” potrà raggiungere i media nazionali a larga tiratura. Così
anche per la televisione e la radio.
Perché, ad esempio, non stampare un francobollo cascianese con su
scritto:
- vuoi il silenzio, vieni a Casciana -
Questo francobollo potrebbe essere aggiunto in calce ad ogni
corrispondenza in partenza da Casciana. Perché non fare un concorso
regionale per ottenere il miglior bozzetto di francobollo sul tema?
Perché all’ingresso del paese non porre dei cartelli di segnaletica così
concepiti:
SIATE I BENVENUTI NEL PAESE DEL SILENZIO.
La promozione del silenzio si chiami: CASCIANA E’ GIA’ NEL FUTURO.
PS. Attenzione, se non facciamo in fretta ad attuare questo tipo di
promozione, saremo ancora una volta raggiunti e superati da concorrenti
agguerriti ed intelligenti (vedasi iniziative intraprese
dall’Amministrazione comunale di Montecatini Terme).
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RIVALUTAZIONE DELLE FRAZIONI
Casciana ufficialmente ha quattro frazioni: Collemontanino, Parlascio,
Ceppato e Sant’Ermo.
In un mio recente scritto ho evidenziato che Casciana ha anche delle
mini-frazioni. Ho chiamato mini-frazioni: Fichino, le Casacce, Sammuro e
Vivaia; mi dimenticai e voglio rimediare oggi, di altre mini-frazioni
importanti che esistono e sono belle. Eccole: Gello Mattaccino e
Tartaglia.
D’inverno sia le frazioni che le mini-frazioni sono pressoché deserte,
ormai il numero delle famiglie che vi abitano è irrisorio. Siamo
arrivati ai minimi storici. Lassù in quelle case e in quelle torri di
pietra nostrana, sono rimasti molti anziani e qualche giovane romantico,
radicato in quelle terre aspre, selvagge e meravigliose.
D’estate le frazioni ed anche le mini-frazioni si animano, gli abitanti
si moltiplicano ed uomini e donne e ragazzi vanno a riabitare luoghi che
la modernità chiama “seconda casa”. Questi abitanti estivi sono o figli
del luogo che ritornano in vacanza o foresti che hanno conosciuto il
contado o per averlo abitato da sfollati durante l’ultima guerra,
o per averlo conosciuto da voci amiche, da parenti, oppure in occasione
di improvvisate gite domenicali anche di caccia.
Oggi gran parte delle case di queste nostre frazioni e
mini-frazioni, sono state ristrutturate e rese confortevoli con servizi
appropriati. Anche le parti comuni di questi luoghi: le strade, i viali,
le chiese, il verde, le piazzette, le cappelle, le corti si presentano
decorosamente tenute, in ordine sobrio e composto.
Tutto questo insieme di muri, di verde, di boschi, di colline, di
strade, di viuzze, di piazzette, di chiese e campanili, di altane, di
belvedere, di rocche, di sassi, di declivi, di castagneti, di cipressi,
di salite e discese, di villette, di casolari che costituiscono i
singoli, ben distinti nuclei delle Frazioni di Casciana, sono un
patrimonio inestimabile che con cautela (per non distruggerlo) ed
intelligenza (restaurando seguendo il concetto che il restauro non deve
riprodurre le condizioni originali, ma l’ultimo momento di vita e di uso
di quell’immobile) occorre maggiormente valorizzare attribuendogli
compiti precisi di vera “rappresentanza”.
Alle Frazioni il compito di tenere vivi e l’immagine ed il ricordo delle
nostre origini agresti e contadine che non bisogna dimenticare furono e
sono l’altra faccia della “medaglia” cascianese. E’ un debito questo che
Casciana ritengo debba ancora saldare; le Frazioni sono state spesso
dimenticate.
Ecco quindi che alla loro spontanea sopravvenuta destinazione a luoghi
di villeggiatura, si offre oggi il destro di ridare sapore e odore di
rusticità antica assegnando ad ognuna un tema fisso da svolgere e
mantenere nel tempo.
Faccio un esempio:
a Sant’Ermo diamogli il compito di.....”parlare” sempre,
continuativamente, ossessivamente del VINO, dell’ACETO e dell’OLIO.
Un esempio ancora?
A Collemontanino assegniamogli il compito di.....”parlare” sempre,
continuativamente, ossessivamente del CINGHIALE e dei MORECCI (noi li
abbiamo sempre chiamati morecci non funghi).
Ed ancora, a Ceppato il compito di.......”parlare” della ZUPPA DI CAVOLO
e del PAN DE’ LUCI.
E poi a Parlascio quello di........”parlare” del CACIO PECORINO e del
CONIGLIO.
Non ve la prendete o concittadini delle Frazioni che mi leggete, le mie
“assegnazioni” sono fatte a mo’ di esempio, non intendono minimamente
forzare la mano a chicchessia; so che il campanilismo è stato ed è
sovrano dei nostri luoghi. Rendiamo proficuo anche il campanilismo. Ogni
Frazione si elegga, spontaneamente a “santuario” di qualche cosa di
interessante sia sotto il profilo gastronomico che turistico.
Il lancio delle Frazioni e quindi il saldo del debito, ritengo possa
avvenire se ad ogni Frazione verrà attribuita una destinazione precisa,
unica. Questa destinazione dovrà caratterizzarle anche nei particolari
più marginali, ma qualificanti quali possono apparire: le fonti, i
muretti, le insegne stradali, i richiami pubblicitari, i portoni, le
finestre, gli orti, i luoghi di riposo o di sosta, le botteghe, le
trattorie, le bettole (per carità non parliamo di ristoranti né di bar
né di negozi, ricreiamo o manteniamo le “bettole”, “le botteghe”, “le
trattorie”).
Nei luoghi turistici stranieri, un forte richiamo hanno le serate in
costume del luogo, condite da menù del luogo, rallegrate dal suono di
canzoni antiche del luogo o dei luoghi, prolungate con il canto di
stornelli nostrani, rese spensierate da balli campestri, sull’aia (come
un tempo).
Il Capoluogo, Casciana, dovrà cooperare fattivamente a che le sue
Frazioni si valorizzino nel senso prescelto; indirettamente ne godrà i
frutti dando ai suoi Ospiti occasione di svago inconsueto diurno e
notturno.
Le iniziative che io intendo, se ben attuate, promosse e seguite
con ferrea costanza nel tempo, dovranno trovare svolgimento non solo nei
mesi primaverili ed estivi (o in periodi ristretti di tempo, come in
alcuni casi succede, vedi le Sagre), dovranno svilupparsi anche in
quelli autunnali ed invernali per essere meta preferita per gite “fuori
porta”, per acquisti “fuori porta”, per bisbocce “fuori porta”.
Sarò un visionario, ma immagino il buon numero di persone che potrà
accorrere anche d’inverno per acquistare prosciutto nostrano vero (fatto
veramente in casa), olio di vero frantoio, vino di vera vigna nostrale,
prodotti veramente locali, venduti anche al minuto, anche per merenda,
anche per uno...spuntino.
Anche per questo il MARCHIO di qualità che possa garantire l’acquirente
sulla genuinità del prodotto?
In questi anni che hanno visto il mio “ritorno” a Casciana, mi sono
convinto sempre più che traguardi diversi debbono essere
piazzati...laggiù...in fondo alla “strada” dell’intera municipalità
cascianese. Traguardi posti in fondo a quella “strada” che non può
assolutamente essere esclusivamente legata o collegata alle Terme; i
tempi e le statistiche, ce lo confermano giornalmente. E non sia detto
che questi traguardi debbano essere definitivi, inamovibili,
insuperabili; altri se ne dovrà studiare, intravedere, piazzare, nel
tempo, perché il mondo evolve e, forse tra non molto, quello che oggi
sembra un “traguardo di tappa” non sarà altro che un “traguardo
volante”.
Studiare e creare una più grande Casciana. Più grande non per quantità
di abitanti e di case (manteniamo vi supplico dimensioni umane), ma più
grande perché, avveniristicamente, tesa a gradualmente assorbire,
lasciandole ben distinte ed autonome, le sue Frazioni e le sue
Mini-frazioni si da rendere il Capoluogo “grande” con l’apporto
prezioso dell’intero territorio comunale.
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RINASCITA DI PIETRAIA
Pietraia è da ritenere da sempre, a giusto titolo, la madre verace,
purissima, antichissima e genuina di Casciana. Quando quaggiù, al Bagno,
non c’era altro che un acquitrino fangoso, fumante d’inverno e zanzaroso
d’estate, lassù, in alto vigilavano una torre, una corte, delle casette
di travertino e fango, un’erta salita, i vigneti e gli uliveti e la
saggezza agreste.
Immagino, non appare scritto ch’io sappia in nessun libro, che uomini
enormi, pelosi, seminudi d’estate e coperti con pelli di pecora o capra
d’inverno, amassero scendere da “lassù” per lavare le loro membra in
qualche cosa che era ed è rimasto caldo e salubre.
“Lassù” non avevano acqua calda sorgiva, c’erano i pozzi, le cisterne e
qualche vena d’acqua sotterranea, gelida, utile per dissetarsi.
“Quaggiù” c’era già il …”boiler” naturale che non assorbiva energia, ma
la dispensava. Tutto questo prima del “merlo”; molto, moltissimo tempo
prima del “merlo”, dei “romani” ed anche degli “etruschi”.
Oggi di conseguenza, occorre prestare attenzione costante a
quell’insieme di case e di mura, di orti e vicoli che sono PIETRAIA.
Questi nel loro insieme austero, semplice e poetico, oltre ad essere la
nutrice del “Bagno”, sono un esemplare emblematico di storia antica
preziosissima che molti, meno fortunati di noi, ma più saggi, se
l’avessero, saprebbero valorizzare con sforzi economici ed impegno
costante.
Pietraia, se curata nelle sue stradette, nelle sue piazzette, nelle sue
scale interne ed esterne, nei suoi pozzi, nei suoi portoni, nelle sue
finestre (occorre convincere i proprietari ad eliminare le tapparelle
per sostituirle con persiane verdi), Pietraia dicevo, se curata con
amore ed oculatezza, se protetta da norme edilizie intelligenti, deve
divenire meta di turismo così come lo sono molti luoghi della nostra
Toscana.
Non reputo necessario dar suggerimenti ai pietraioli sul come fare per
promuovere “attenzione” al loro quartiere. Sono esperti, intraprendenti
e intelligenti i pietraioli, e quando vogliono che qualcosa di loro
abbia successo, sanno quali strade percorrere e quali “leve” manovrare.
Qualche cosa però desidero dirgliela; a consiglio affettuoso e con la
massima umiltà:
1. difendete le linee e le caratteristiche delle vostre case, dei vostri
muri, dei vostri antichi infissi; non vi fate prendere la mano dai
cosiddetti “restauratori” che hanno recato e recano più danni alla
nostra Italia degli speculatori;
2. guardatevi dai “restauratori” che per eccesso di denaro, rifanno,
ricostruiscono, portano ad essere come nuovi ciò che invece non deve
assolutamente perdere “l’anima” antica che è preziosa;
3. fate che non si estenda a macchia d’olio la già iniziata
trasformazione della poetica Via dell’Amore;
4. considerate squillo d’allarme l’avvenuta distruzione dell’antica,
solitaria, romantica Via della Caprareccia;
5. guardate con disgusto il “restaurato”(?) muro della superba Villa
Prato-Lami, Ricci-Bardzki. Di questa Villa che ha perduto per maldestra
volontà umana “la patina” preziosa dell’antichità, non guardate il
colore, ma le linee classiche che fortunatamente “i custodi moderni
delle antichità” non sono riusciti a modificare;
6. promuovete iniziative perché le Amministrazioni comunali in attività,
gradualmente provvedano a far si che tutte le pavimentazioni stradali
del borgo si presentino con piano di calpestio in pietra naturale
(via l’asfalto);
7. imponete un intervento comunale urgente per la rimozione della
offensiva, blasfema segnaletica stradale di recente posa. Questa nuova
segnaletica è uno schiaffo al buon gusto, alla sobrietà ed all’antichità
del luogo (tra l’altro diminuisce il valore venale degli
immobili che possedete);
8. pretendete che per Pietraia sia redatto ed approvato un serio
regolamento edilizio che ponga norme chiare e precise da osservare
(esempio eclatante potrà essere preso visitando il vicino Comune di
Laiatico per farsi dire come è stato possibile ottenere lo “splendore”
della sua frazione di Orciatico);
9. tenete duro, non mollate, eleggete un comitato di Quartiere, chiedete
agevolazioni fiscali ed incentivi;
10. fate in maniera che sia mantenuta intatta l’ultima bottega-officina
artigiana che è rimasta, quella del fabbro-ferraio Renato Falchetti
(oggi Pasqualetti);
11. ricordate che noi con voi abbiamo una grave responsabilità:
conservare le memorie storiche, tramandare e far crescere la civiltà.
L’avvenire di Casciana è anche “lassù”, presso di voi, nei vostri fondi
che, se corollario di un Borgo intelligentemente restaurato,
diverrebbero botteghe artigiane e commerciali meta per quel turismo
maturo che mostra di volere rigustare il passato, il bello, il genuino.
Ed ho in cuore una proposta, un’idea che non è certo né geniale, né
originale:
= che la piazzetta Aquisana, diventi la platea per spettacoli culturali
di rilievo; che le costruzioni antiche che la circondano diventino
quinte di palcoscenico; che la cinquecentesca casa Galleschi sia il suo
fondale. =
Non è che ce l’abbiano molti un luogo così suggestivo e protetto e forse
acusticamente adatto. Molti ce lo ruberebbero, noi lo lasciamo dormire
nell’abbandono pressoché totale.
Per una Casciana accogliente, non solamente termale, ma anche turistica,
una nuova… vecchia, gloriosa Pietraia.
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